Ci sono ad Airasca molte persone che si ricordano ancora dell’esistenza dell’aeroporto, ma tante altre che non ne hanno affatto conoscenza. Se pure l’aeroporto si trovava materialmente nel territorio di Airasca, le sue strutture e le sue vicende hanno interessato notevolmente anche Scalenghe e in particolare la frazione Viotto. Le poche notizie disponibili derivano da un volumetto di Ferdinando Pedriali intitolato “Il Campo di Aviazione di Airasca”, pubblicato nell’anno 2004, di difficile reperibilità.
Il campo di aviazione si trovava nel sito attualmente occupato dalla ex Riv-SKF, quindi adiacente alla SS 23 e al territorio di Scalenghe. La sua costruzione cominciò nel 1936, ma il campo rimase pressoché inutilizzato sino al maggio 1940, ossia sino all’imminenza della dichiarazione di guerra alla Francia. A quel punto vi fu dislocato uno stormo di aerei da caccia Macchi Mc200 e per ospitare gli avieri e gli addetti vennero requisite alcune case in Airasca e dintorni (cascine Borda, Vicendette e Torretta e castello di Airasca).
La rapida fine della guerra contro la Francia lasciò di nuovo inutilizzato l’aeroporto per tutto il 1941 e 1942. Ma dal 1943 i massicci bombardamenti degli aerei alleati, che partivano dalle basi in nord Africa per bombardare l’Italia meridionale e centrale, imposero alle forze dell’Asse di spostare i propri aerei sempre più a nord e così anche il campo di aviazione di Airasca, che di fatto divenne una base della Luftwaffe, tornò utile. Qui furono stanziati bombardieri Ju88 che decollavano per bombardare i convogli alleati impegnati nello sbarco in Sicilia. Dopo l’armistizio i tedeschi iniziarono lavori di miglioria e potenziamento del campo, quali ad esempio la pavimentazione della pista con traversine di legno, la costruzione del bunker, la costruzione del deposito carburanti al bivio Botteghe. Ma altri lavori intrapresero i tedeschi nell’inverno 1943-44, lavori che interessarono tutta la zona e le cui vestigia in parte sono ancora visibili.
Prima fra tutte la costruzione di una pista in cemento in regione San Bernardo nel comune di Buriasco, poi quella di un bunker nei pressi di Airasca e infine quella di numerosi ricoveri per gli aerei sparsi nel territorio intorno a Viotto, fra Airasca, Buriasco e Appendini. Vista l’importanza assunta dall’aeroporto e dalle sue strutture, tutta la zona fu oggetto di violenti attacchi aerei degli Alleati, specialmente nel mese di agosto del 1944, finchè venne poi abbandonato poco prima della fine delle ostilità nella primavera del 1945.
Oggi si possono ancora vedere alcune tracce di quello che è stato. Ad esempio ci sono i resti del bunker a nord-est dello stabilimento ex Riv, in regione Vicendette, mentre è ben visibile la pista di cemento a Buriasco, così come un ricovero degli aerei in regione Mombello (si vede a sinistra dalla strada che va verso Appendini). Ve n’era uno anche a Viotto, nel campo fra il bocciodromo e la cascina Roccia, poi uno ai Raineri, a Murisenghi, alla Trotta, a Campofiorito, alla Cappona, a Rivasecca.
Racconta il proprietario dell’agriturismo Il grande vecchio: “Ricordo che mio nonno nei primi anni ‘50 acquistò un pezzo di terra all’angolo dell’incrocio al bivio Botteghe, proprio dove c’era il deposito dei carburanti e qui vi costruì la sua casa, utilizzando anche materiali provenienti dalla pista di Buriasco che con pazienza e fatica andava a caricare e trasportava sino a Viotto. Quando nel 2001 ristrutturai la casa, sotto l’intonaco ho ritrovato quei blocchi di cemento certo non molto idonei ad una costruzione, ma almeno più rasserenanti che non sotto le ruote degli aerei da guerra.”