E adesso creiamo una rete dei beni culturali

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Pinerolo - Il Palazzo degli Acaja, oggi inagibile, possibile futura sede dell'Archivio Storico della Città

E adesso creiamo una rete dei beni culturali

Dopo la denuncia di Vittorio Sgarbi per lo stato di degrado degli affreschi di Sant’Anna di Cercenasco, abbiamo invitato i principali operatori culturali dell’area pinerolese ad avanzare le proprie proposte.

Ecco l’intervento del prof. Dario Seglie, direttore del CeSMAP

Il Centro Studi “Silvio Pellico” ha messo al centro della propria attività la peculiarità ed importanza dei Beni Culturali del Pinerolese, un patrimonio inestimabile ma poco noto – fuori dalla cerchia degli insiders – e perciò trascurato, quando non anche ignorato dagli stakeholder della governance del territorio.

Pinerolo - Palazzo Vittone. Stand-up dello staff del CeSMAP in favore della conservazione dei Beni Culturali degli Aborigeni australiani (2006)

Pinerolo – Palazzo Vittone. Stand-up dello staff del CeSMAP in favore della conservazione dei Beni Culturali degli Aborigeni australiani (2006)

Per uscire dai termini gergali, parliamo proprio di certi amministratori locali, sindaci e assessori vari, i quali sembrano esser sempre “presi” da altri importanti ed impellenti problemi ed attività. E così, nell’incosciente ignavia dei responsabili, impermeabili anche agli appelli della società civile (Italia Nostra, WWF, FAI, Lega Ambiente, ecc.) il territorio perde pezzi importantissimi: ospedali, tribunali, camere di commercio, reggimenti, palazzi, chiese e monumenti che sono l’emblema della storia ma che cadono in rovina, progetti museali che pendono da decenni, infrastrutture culturali e turistiche del Pinerolese lasciate allo stadio larvale o manifestazioni coltivate solo attraverso raduni e festival da panem et circences, circhi che recentemente hanno anche perso una dozzina di tigri!

Come sagacemente affermato dal presidente del Centro Studi in un recente intervento, partendo dal faro acceso a Cercenasco grazie alla sensibilità, alla competenza ed alla potenza mediatica di un esperto di Beni Culturali qual è il Prof. Vittorio Sgarbi, sarebbe un peccato mortale se i sindaci e gli assessori, i presidenti dei sodalizi della società civile, non aderissero al progetto che il Centro Studi Silvio Pellico ha delineato e ha iniziato a sviluppare partendo, come è logico, da un punto importante ed irrinunciabile quale è il tesoro di arte e di storia costituito  dagli affreschi del Maestro di Cercenasco nella Cappella di Sant’Anna.

Pinerolo - La Scuola militare di Equitazione, oggi Museo Nazionale dell'Arma di Cavalleria

Pinerolo – La Scuola militare di Equitazione, oggi Museo Nazionale dell’Arma di Cavalleria

Per continuare nel solco dell’operatività, formulo un’idea: il Centro Studi “Silvio Pellico” potrebbe far individuare, per ogni Comune del Pinerolese, tre beni culturali da porre sotto i riflettori, per iniziare a creare la rete territoriale dei tesori da studiare, salvaguardare, valorizzare con un progetto unitario di area.

Pinerolo - Palazzo Vittone, sec. XVIII, sede dei Musei Civici, dopo i restauri delle facciate esterne, Febbraio 2013

Pinerolo – Palazzo Vittone, sec. XVIII, sede dei Musei Civici, dopo i restauri delle facciate esterne, Febbraio 2013

Per Pinerolo provo io ad anticipare tre eccellenze: Palazzo Vittone (sede dei Musei Civici), il Museo Nazionale dell’Arma di Cavalleria e lo storico Maneggio “Caprilli” (un unicum europeo), il Palazzo dei Principi d’Acaja (da destinare ad Archivio Storico della Città).

Pinerolo - Il Palazzo degli Acaja, oggi inagibile, possibile futura sede dell'Archivio Storico della Città

Pinerolo – Il Palazzo degli Acaja, oggi inagibile, possibile futura sede dell’Archivio Storico della Città

Il nostro territorio è costituito da una cinquantina di Comuni: la prima lista dei beni culturali potrebbe quindi contare 150 eccellenze o beni “faro”, legati tra di loro in una Rete Culturale del Pinerolese, da organizzare in modo articolato e sinergico.

Pinerolo - La storica Cavallerizza "Caprilli", il maneggio coperto più grande d'Europa, 1911

Pinerolo – La storica Cavallerizza “Caprilli”, il maneggio coperto più grande d’Europa, 1911

2013-08-22lastampa


12 Comments

Rete culturale del Pinerolese, le proposte di Volvera | Centro Studi Silvio Pellico

Agosto 2, 2013at 7:15 pm

[…] letto con interesse l’intervento di Dario Seglie con il quale, dopo la denuncia di Vittorio Sgarbi per lo stato di degrado degli affreschi di […]

    Giorgio Merlo

    Agosto 4, 2013at 4:15 pm

    Ottima iniziativa del Centro Studi Silvio Pellico. Per quando mi riguarda mi ritengo a disposizione per mettere sotto i riflettori tutto cio’ che puo’ essere utile per valorizzare un settore decisivo e qualificante per il nostro territorio.

Claudio Tron

Agosto 4, 2013at 12:26 pm

Bellissima iniziativa. Per Massello proporrei le due chiese, il Museo di Balsiglia e un mulino oppure la Scuola Beckwith di Grandidìe, recentemente rivalorizzata con mostra interna del materiale scolastico. Come sempre non ti mancano le idee. Un abbraccio.
Claudio

Claudio Tron, Preside Emerito Scuola Media di Perosa Argentina, Presidente dell’associazione La Valaddo.

Francesco Incurato

Agosto 5, 2013at 10:51 am

Buongiorno dott. Seglie.
La ringrazio per l’invito e per aver avviato un tema che, a mio parere, è fondamentale per la conoscenza e la consapevolezza del territorio nel quale abbiamo la fortuna di vivere. Difendiamo la Bellezza e difenderemo anche l’etica della comunità.
Come presidio Libera “Rita Atria” Pinerolo, incontrando gli studenti pinerolesi diciamo che le mafie sono (anche) la Bellezza che viene negata alla nostra vita e l’impegno che ci siamo assunti quando, nel novembre 2011, abbiamo formato il nostro gruppo è stato quello di voler essere “Sentinelle del Territorio”!
Del resto, se la memoria non mi confonde, per gli antichi greci l’Estetica veniva prima dell’Etica.
E allora, ancora una volta, ricordo a noi tutti le parole di Peppino Impastato, il ragazzo siciliano ucciso dalla mafia nel 1978:
“Se si insegnasse la bellezza alla gente, la si fornirebbe di un’arma contro la rassegnazione, la paura e l’omertà. All’esistenza di orrendi palazzi sorti all’improvviso, con tutto il loro squallore, da operazioni speculative, ci si abitua con pronta facilità, si mettono le tendine alle finestre, le piante sul davanzale, e presto ci si dimentica di come erano quei luoghi prima, ed ogni cosa, per il solo fatto che è così, pare dover essere così da sempre e per sempre. È per questo che bisognerebbe educare la gente alla bellezza: perché in uomini e donne non si insinui più l’abitudine e la rassegnazione ma rimangano sempre vivi la curiosità e lo stupore”.
Pertanto, La ringrazio per l’invito a partecipare ad un tema che già ci vede attenti e impegnati.
Francesco Incurato
referente Presidio Libera “Rita Atria” Pinerolo

liliana Rasetti

Agosto 7, 2013at 7:44 pm

armiamoci…e partiamo! qualunque spunto è buono per ricominciare e salvare il salvabile. Grazie a tutti quelli che ci credono e si danno da fare… e speriamo che chi “può”, nel senso che ha una fetta di potere e di “soldi” anche se pochi, si svegli e agisca! Se c’è da fare qualcosa di concreto,ditemelo: io ci sono! Liliana Rasetti, Direttrice Unitre Pinerolo

Daniela Zampetti

Agosto 8, 2013at 4:02 pm

Caro Dario,
mi sembra una proposta importante e spero che venga sostenuta e sviluppata con l’impegno di tutti quanti hanno a cuore i beni culturali del nostro paese. Non può esistere il presente senza memoria e la nostra memoria condivisa si concretizza anche nelle opere del nostro passato, un patrimonio irrinunciabile e unico
Molti auguri
Daniela Zampetti – Docente, Università di Roma “La Sapienza”

Marco Civra

Agosto 9, 2013at 1:20 am

Caro Dario, la tua proposta ha evidentemente smosso le menti e le coscienze di molti, e questo non può che rallegrarci. Tuttavia, se le dichiarazioni sono importanti, anni di pratica al servizio delle istituzioni mi hanno insegnato che occorre trasformare le buone intenzioni in prassi concreta. Come ho già scritto, restaurare è importante, ma senza valorizzazione i restauri sono sterili.
Nei prossimi giorni avvieremo i contatti con le amministrazioni che hanno dato segnali di disponibilità. Il nostro slogan è semplice: dateci un pennarello e un volontario. Aprite i monumenti. Noi, del Centro Studi Silvio Pellico vi aiuteremo a renderli vivi. Vedremo, nei fatti, se quel banale ed ecomomicissimo strumento salterà fuori davvero.

Claudio Bertalot

Agosto 10, 2013at 11:21 pm

Dario, l’idea è valida. Ad un progetto simile sta lavorando da alcuni anni la Comunità Montana, credo si debba assolutamente collaborare.
Prendi tu contatto con il Presidente?

Eugenio Boccardo

Agosto 12, 2013at 10:16 am

Caro Dario penso che potrei partecipare alla Tua iniziativa divulgandone il contenuto agli iscritti alla Fondazione Università Popolare di Torino,credo che una coscienza e conoscenza diffusa di questi problemi possa servire a creare una massa critica.

Buon lavoro ed a presto.
Eugenio

Dr. Eugenio Boccardo, Direttore dell’Università Popolare di Torino

Andrea Balbo

Agosto 16, 2013at 12:59 pm

Mi sembra un’eccellente iniziativa, che condivido e appoggio in pieno. Abbiamo già provato più volte a sostenere l’importanza di un lavoro comune tra associazioni di volontariato e istituzioni e spero che questo intervento possa costituire una nuova occasione di confronto per una reale valorizzazione del territorio.
Andrea Balbo, Università di Torino – Presidente della Società Storica Pinerolese

Cultura e sistema culturale nel Pinerolese | Centro Studi Silvio Pellico

Agosto 17, 2013at 7:19 pm

[…] Viceversa è importante recuperare il senso economico della cultura inserendolo organicamente nelle …; è da “smart territory” (“territorio intelligente”, secondo una elaborazione teorico-pratica che comincia a prender piede anche nel Pinerolese, grazie alla cocciuta intelligenza di Luigi Pinchiaroglio in primis) valorizzare le peculiarità delle nostre radici per costruire un modello integrato di offerta turistica-culturale, diverso dalle centinaia di altre proposte con cui dovrà competere, in grado di trasferire emozioni, esperienze e ricordi unici e irripetibili. Le opportunità di lavoro per tanti giovani si distribuirebbero così su tutta la filiera dell’offerta, integrando la valorizzazione di tutti quegli elementi che possono fare del nostro territorio un produttore di eccellenze: agroalimentari, artigianati, storia, bellezze naturali, monumenti e centri storici, un patrimonio culturale variamente diffuso dal crinale immacolato delle Alpi Cozie fino alle risorgive della nostra ubertosa pianura. Purtroppo resta radicata l’idea che la cultura non sia un bene economico. […]

La battaglia contro la tirannia della mediocrità | Centro Studi Silvio Pellico

Aprile 12, 2014at 12:53 am

[…] validi ma un poco assopiti a riprendere in mano il loro patrimonio culturale. Ha lanciato un progetto di rete dei beni culturali dell’area in cui opera, il Pinerolese, riuscendo in pochi mesi a creare le condizioni perché […]

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