Anticamente nel ricetto del castello di Cercenasco (interamente distrutto alla fine del XVII secolo), è frutto di due fasi costruttive: l’originaria cappella quattrocentesca, attualmente zona absidale, e una navata, costruita fra il 1844 e il 1845, divise da un arcone che un tempo costituiva l’accesso all’edificio. La porzione quattrocentesca ospita un ciclo di affreschi realizzato intorno agli anni Novanta del Quattrocento da un pittore rimasto anonimo, a cui è stato attribuito il nome di comodo di Maestro di Cercenasco in riferimento a questa cappella, la sua opera più importante attualmente nota. Il Maestro fu attivo fra gli anni Novanta del Quattrocento e il secondo decennio del Cinquecento nel Pinerolese e in Valle di Susa. Nelle sue opere si individuano esempi stilistici di riferimento che riconducono all’arte della Turenna (Francia centro-settentrionale), della Borgogna e del Mezzogiorno francese, con rimandi alla bottega di Jean Fouquet, pittore del re di Francia nella metà del XV secolo.
Sul lato dell’arcone rivolto verso la navata si trova la Disputa di Gesù fra i dottori del tempio; sul lato interno, rivolto verso la parete di fondo, un fregio vegetale interrotto da tre tondi che ospitano alle estremità due volti di chierici e alla sommità il viso di Cristo. Nelle quattro vele della volta, divise l’una dall’altra da una costolonatura monocroma al cui centro è dipinto un sole raggiato, sono rappresentate le Storie della Vergine: in senso antiorario, a partire dalla scena sopra l’arcone, lo Sposalizio, l’Annunciazione e la Visitazione (nella stessa vela), la Dormizione e l’Incoronazione. Su uno degli sguanci della finestra della parete di fondo si individuano ancora i resti di un coro di angeli che cantano il Gloria, frammentario in un cartiglio, e di una figura racchiusa in un tondo bordato di bianco.
Un tempo sull’esterno dell’edificio, sotto la tettoia sulla parete rivolta verso piazza Ceppi, era affrescato un grande San Cristoforo; ciò che resta del dipinto, staccato per ragioni conservative, è oggi ricoverato all’interno della cappella.







