
Lidia Poët, i libri, la storia, i diritti. Un progetto che continua…













Lidia Poët e il suo processo infinito. Grazie al successo internazionale della serie televisiva interpretata da Matilde De Angelis su Netflix, la figura della prima avvocata d’Italia è diventata uno spettacolo didattico per rivendicare i diritti delle donne nel campo del lavoro e delle professioni.
Comune di Guardabosone
Il prossimo appuntamento, il 3 giugno, alle ore 16, è in Valsesia, al teatro comunale di Guardabosone (VC), su iniziativa del sindaco Nicole Bosco. Marco Civra, nel ruolo di magistrato, e Silvia Lorenzino, nel ruolo di Lidia, ricostruiscono il processo di fronte alla Corte di Cassazione del 1884, in un duello verbale dai toni accesi, che fa emergere le discriminazioni dell’epoca e quelle attuali. Sul banco dei testimoni la scrittrice Cristina Ricci, con i documenti e le ricostruzioni storiche. A seguire, il dibattito con Laura Gaetini e Roberto Travostino e lo spettacolo musicale di Maria Olvero e Rossana Girotto.
Ideato dal Centro Studi Silvio Pellico e dal Circolo dei Lettori di Pinerolo, città nella quale Lidia visse ed esercitò la professione forense a cavallo fra Ottocento e Novecento, lo spettacolo, che ha già coinvolto oltre mille cittadini e studenti delle scuole superiori del territorio, è già stato richiesto in molte località italiane.
Un momento del “Processo a Lidia Poët”. Da sinistra, Marco Civra, Enrico Rostan, Silvia Lorenzino. Foto Lino Gandolfo
L’attrice Matilda De Angelis nei panni della protagonista della serie Netflix “La legge di Lidia Poët” prodotta da Groeanlandia Film
Lidia Poët, la prima avvocata d’Italia, protagonista per tutto il mese di marzo 2023 di una serie di eventi e iniziative nella Città di Pinerolo, grazie al bando regionale vinto dalla Biblioteca Civica “Camillo Alliaudi” e dal Circolo dei Lettori di Pinerolo, in collaborazione con il Centro Studi Silvio Pellico.
“I libri di Lidia, i luoghi di Lidia” è il titolo delle iniziative che vedranno al centro dell’attenzione questa donna eccezionale, che alla fine dell’Ottocento lottò per ottenere il diritto, allora non riconosciuto, di esercitare la professione di avvocato e alla quale Netflix ha dedicato una serie di sei episodi, “La legge di Lidia Poët”, liberamente ispirata alla figura originale, che sta scalando le classifiche italiane ed europee di spettatori, anche se molti hanno trovato da ridire sulla scarsa corrispondenza con il personaggio storico di Lidia.
L’attrice Matilda De Angelis nei panni della protagonista della serie Netflix “La legge di Lidia Poët” prodotta da Groeanlandia Film
Dal primo al 31 marzo, presso la Biblioteca Civica “Alliaudi”, saranno esposti i libri, le dediche, e i reperti custoditi da decenni. Sempre alla Biblioteca Civica “Alliaudi”, il 24 marzo 2023, a partire dalle ore 15, un convegno con la partecipazione delle scrittrici che hanno pubblicato i libri dedicati alla figura di Lidia: Paola Bounous, Ilaria Iannuzzi, Cristina Ricci, Chiara Viale.
Ma non mancheranno momenti più rilassanti e provocatori. Il 17 marzo 2023, alle ore 17, la libreria Mondadori Bookstore di piazza Barbieri 15, a Pinerolo, ospiterà il “Processo a Lidia Poët”. Questa volta le scrittrici saranno chiamate sul banco dei testimoni da un avvocato dell’accusa e da Silvia Lorenzino, presidente della Commissione Pari Opportunità della Città di Pinerolo, nel ruolo di avvocata della difesa, con un giudice non proprio imparziale, Enrico Rostan, avvocato e discendente dalla famiglia di Lidia Poët. Si preannuncia un pomeriggio scoppiettante, con numerosi colpi di scena.
Un anno di bilanci per la nostra associazione culturale. Un 2022 ricco di soddisfazioni e, pensiamo, anche di buoni risultati per il Centro Studi Silvio Pellico, che ha compiuto dieci anni di attività.
Dopo mesi di lavoro invisibile, ha visto la luce il fiore all’occhiello del lavoro dei nostri soci: il primo volume di “Pinerolo Mille anni di storia”.
La risposta dei cittadini pinerolesi è stata superiore ai nostri meriti e aspettative, e l’apprezzamento degli studiosi e della pubblica amministrazione, che ha sostenuto questo progetto, ci onora.
Tanto altro è stato fatto, tuttavia, anche se meno visibile.
Nel 2022 il Centro Studi Silvio Pellico ha donato complessivamente oltre 22 mila euro di libri per raccolte fondi o per beneficenza, concludendo l’anno con la donazione di 5 mila euro di libri alle biblioteche del sistema pinerolese.
Abbiamo tenuto, grazie al lavoro intensissimo dei nostri volontari, oltre 100 incontri pubblici, conferenze, presentazioni, lezioni e incontri con gli studenti degli istituti superiori.
Abbiamo fornito supporto gratuito di ufficio stampa e promozione ai Musei Civici Pinerolesi, organizzato la visita di Vittorio Sgarbi alla Pinacoteca, in occasione della mostra dedicata ad Enrico Colombotto Rosso.
Abbiamo realizzato una decina di brevi documentari video per la Fabbrica del Libro, pubblicato 14 nuovi titoli legati al territorio, all’innovazione, alla tutela delle opere letterarie dimenticate, attività che rientra nei nostri scopi sociali, collaborando con in diverse occasioni con altre associazioni, tra cui Rotary e Lions.
Il nostro catalogo di libri a grandi lettere per lettori ipovedenti ha raggiunto i 235 titoli. Uno sforzo gigantesco per garantire il diritto all’accessibilità della cultura.
I nostri obiettivi per il 2023 sono ancora più ambiziosi. Stiamo già lavorando al secondo volume di “Pinerolo Mille anni di storia” e contemporaneamente prepariamo le riedizioni delle opere di Elio Biaggi, che ci impegneranno per almeno cinque anni a venire.
Tenteremo di trovare una collocazione adeguata e aprire finalmente al pubblico il fondo “Piero Boldrin”, una biblioteca di quasi 10 mila volumi, molti dei quali rari e preziosi, che diventeranno una “miniera” per gli editori di cultura, gli studiosi, gli appassionati.
Abbiamo infine in serbo un lavoro di portata nazionale, legato alla figura di Robert Hooke, uno dei più grandi scienziati del Seicento, fra i padri della rivoluzione scientifica.
Siamo un’associazione anomala, poco incline alle attività pubbliche. I nostri soci si riuniscono poco, si incontrano soltanto quando necessario. Un po’ come gli antichi amanuensi, trascorrono il tempo chini su moderni scrittoi e leggii per trasmettere alle generazioni future pietre di sapere. Non ricevono compensi, non ricevono distintivi od onorificenze e spesso il loro impegno resta anonimo. Tutti ottimi motivi per unirsi alla nostra associazione, a quanto pare.
La presentazione ufficiale del I volume di “Pinerolo Mille anni di Storia”, alla presenza delle autorità della Città di Pinerolo, è fissata domenica 9 ottobre alle ore 15 alla Cavallerizza Caprilli.
Terre d’Acaia, lanciato nel 2013 dal Centro Studi Silvio Pellico è stato uno dei progetti più impegnativi della nostra associazione. Ma, dobbiamo ammetterlo, anche non riuscito.
L’area pinerolese rappresenta, nell’ambito della provincia di Torino, un territorio omogeneo quanto variegato dal punto di vista culturale, economico e naturalistico. Ricco di testimonianze storiche, dal neolitico alla storia recente, monumenti e mete di grande attrattiva turistica.
Queste potenzialità non sono mai state tuttavia sufficientemente espresse, mancando una politica complessiva di valorizzazione strategica.
La crisi industriale non ha pertanto visto crescere soluzioni alternative e l’impegno delle singole Amministrazioni Comunali si esaurisce in iniziative sparse e non coordinate.
Il progetto Terre d’Acaia intendeva colmare questa mancanza, con una proposta di valorizzazione economica dell’area pinerolese allargata, che partendo dalle infrastrutture esistenti, ottimizzasse il grandissimo patrimonio naturale, storico e monumentale delle diverse località e soprattutto collegasse l’intera area ai flussi turistici più ampi che l’opportunità di Expo 2015 poteva creare anche per questo territorio.
In concreto, il progetto intendeva procedere, nell’arco di sei mesi preparatori e, da maggio a ottobre 2015, a:
Il progetto si scontrò con una serie di resistenze di campanile sia geografiche sia e soprattutto legate a un oggettivo ritardo degli operatori economici rispetto al resto del territorio piemontese. Questo, malgrado il convinto sostegno delle istituzioni regionali e in particolare dell’allora assessore competente, Alberto Valmaggia, che arrivò a definire Terre d’Acaia «un piano Langhe per il Pinerolese». La mancata adesione al progetto fu sostituita da una miriade di progetti autoreferenziali, tutti miseramente falliti, incentrati su interessi di parte e di categoria, perdendo di vista il respiro ampio necessario. Le conseguenze, negli anni successivi, furono:
Terre d’Acaia resta pertanto una case history importante per dimostrare come debba essere sviluppato un progetto di rinascita per un territorio depresso e soprattutto un esempio eclatante di tutti i possibili errori che la classe dirigente di un territorio possa accumulare per annientare definitivamente ogni possibilità di rilancio economico, sociale e industriale.
UNA SINTETICA RASSEGNA STAMPA
Lunedì 25 febbraio 2019, l’Ufficio Pastorale Sociale e del Lavoro, in collaborazione con Ucid e Mcl Piemonte, ha presentato la Lettera pastorale del Vescovo mons. Derio Olivero al mondo imprenditoriale pinerolese, dal tema il “Civismo dei produttori”, nel corso del quale è stata illustrata la proposta di
Intervista a Giacomo Bottino, operatore culturale che ha concretizzato questa metodologia in grandi progetti territoriali
La presentazione della lettera pastorale di mons. Derio Olivero al mondo imprenditoriale è un altro tassello nella concretizzazione, mettendo in rete le forze attive delle nostre comunità, del progetto “Terre d’Acaia”. Queste, nelle intenzioni dell’Upsl, dovrebbero dotarsi di un loro “Atlante dei Valori Territoriali”. A illustrare questo strumento è stato chiamato Giacomo Bottino.
Progettista e operatore culturale, è stato direttore del Teatro Giacosa di Ivrea e della Fondazione Circuito Teatrale del Piemonte. Dal 1990 al 1999 ha ricoperto i ruoli di consigliere e assessore della Provincia di Torino. Come autore teatrale e televisivo ha scritto nel 2008 (con Daniele Salvo) il testo di “In un volto che ci somiglia – Viaggio nella Costituzione”, spettacolo celebrativo del 60° anniversario della Carta costituzionale, interpretato da Luca Zingaretti, Paola Cortellesi, Umberto Orsini e Monica Guerritore.
Ha tradotto dal francese “La Divina Sarah” di John Murrell e Érich-Emmanuel Schmitt, attualmente in tournée nei teatri italiani, con protagonisti Anna Bonaiuto e Gianluigi Fogacci.
Dal 2018 è direttore progettuale della Fondazione Pacchiotti di Giaveno.
“Il progetto “Atlante dei Valori Territoriali” venne dibattuto, proprio su iniziativa dell’allora assessore alla pianificazione territoriale della Provincia di Torino, Giacomo Bottino, nel convegno “Geografie del Paesaggio” (Castello di Masino, 1995). Su questa base tematica e metodologica sono stati realizzati dallo stesso Bottino, in qualità di direttore artistico-culturale, il progetto “Parco Culturale del Canavese” (2014); il progetto “Le Montagne del Fare Anima”, ideato per il territorio delle Montagne Olimpiche (2005-2006). Attualmente l'”Atlante dei Valori Territoriali” è uno degli assi portanti del progetto, avviato a giugno 2018, del “Parco turistico-culturale di Giaveno e della Val Sangone””.
1) Cosa s’intende per “Atlante dei Valori Territoriali” e che ruolo può giocare nel consolidare la progettualità “Terre d’Acaia”?
Si tratta di uno strumento d’indagine, conoscenza e progettualità, dotato di uno sfondo culturale legato al pensiero del ‘900 e contemporaneo. Mi riferisco innanzitutto alla “scuola territorialista” sviluppatasi e fiorente anche nel nostro Paese: un approccio ecocompatibile ai problemi indotti dai meccanismi autoreferenziali e invasivi della crescita e dello sviluppo. Vi è poi la “filosofia del paesaggio”, che considera giustamente il territorio la più grande opera realizzata dall’umanità: è “il volto che ci somiglia”, che Carlo Levi traeva dall’osservazione del paesaggio italiano, multiforme e storicamente stratificato.
Inoltre, va considerata la cosiddetta “geofilosofia”, alla cui elaborazione Massimo Cacciari ha dato un apporto fondamentale: il pensare la terra, nell’epoca della globalizzazione e del trionfo della tecnica, come terapia per affrontare i problemi della perdita di radicamento, di memoria culturale, di identità individuali e collettive, di tradizioni e orientamenti etici. E in ultima analisi per rifondare la politica.
Tutto questo per dare consapevolezza al fatto che il territorio si colloca, come è stato detto, nel tempo lungo della storia: ha la concretezza, la durezza che garantisce una durata nel tempo e la solidità che lo contrappone al “mondo liquido” diagnosticato da Bauman.
Detto in questi termini, mi rendo conto che la realizzazione di un Atlante dei Valori Territoriali possa sembrare una fumisteria un po’ cervellotica. Ma non è così, perché anche il “mondo piccolo”, in cui Guareschi ha ambientato le storie di don Camillo e Peppone, traeva un senso dal “mondo grande”, dalla vastità degli orizzonti di pensiero delle ideologie contrapposte.
Da questa angolazione, una mappa, che consenta di individuare i valori di lunga durata di un ambito territoriale metodologicamente circoscritto, rappresenta la base di lancio di progetti diversificati, ma tenuti insieme da una stessa finalità e ispirazione: ad esempio, la ricostruzione realistica dell’identità di una regione storica piemontese, come le Terre d’Acaia, per dare luogo ad un brand, un marchio di appartenenza e di qualità utile alla promozione di un contesto di notevole significato della provincia di Torino.
2) Un simile strumento come può e deve essere tenuto presente nel dipanare una mission per un territorio?
Da tempo è in atto un processo, nel quadro dell’economia del turismo, che tende a creare una sorta di “mercato dei territori”, soprattutto in chiave culturale ed enogastronomica.
Interpreto questo processo come un fatto positivo, come un meccanismo virtuoso, perché il mercato in quanto tale, se non è dominato da logiche di sfruttamento, rappresenta una straordinaria opportunità per generare ricchezza condivisa. Il mercato, in altre parole, è un fatto culturale. In questo senso, mi piace prendere a prestito la definizione che Diderot dava della cultura: “un emporio per il commercio reciproco delle idee”.
L’Atlante dei Valori Territoriali è da intendersi come la carta costitutiva, lo statuto di questo metaforico emporio. Serve, in altre parole, per correggere lo sbilanciamento, tipicamente novecentesco, costituito dal consumo del suolo da parte di una concezione totalizzante e selvaggia dell’urbanizzazione.
La correzione di questo squilibrio rimette in moto energie sorgive come quelle dell’agricoltura e della biodiversità, del patrimonio artistico e creativo. Sono queste le risorse originali poste in risalto nel progetto “Terre d’Acaia”, risorse da offrire alla vasta platea dei turisti e dei viaggiatori, ma anche dei nativi e dei residenti. In Francia da alcuni decenni a questa parte circola una definizione: “mettere in desiderio il territorio”.
A questa linea di azione mi sembra si conformi la mission di “Terre d’Acaia”.
3) Come si giunge alla compilazione di questo Atlante?
Vi si giunge partendo dalla consapevolezza che il territorio è corale e i suoi valori sono le singole voci del coro: pensare al territorio come a una partitura musicale mi pare un’immagine non solo suggestiva, ma di alto contenuto creativo ed etico.
Perché il territorio è un fenomeno complessivo, polifonico, ma anche particolareggiato: un ambito di individualità eccezionali, di avvenimenti che ne hanno segnato il percorso nei secoli, di capacità nel fare e nel produrre, che si sono concretizzate nella nobile attività di tanti agricoltori, artigiani, operai e imprenditori. Questo per dire che, se il territorio è un coralità di valori, occorre rispecchiarlo in una mappa che sia una visione del mondo o di quel mondo specifico da mettere in desiderio.
Una geografia delle qualità locali, che sarà realizzata dall’intelligenza collettiva di un gruppo di ricercatori e progettisti, attraverso sopralluoghi, interviste, raccolte di idee, con l’obiettivo di trasformare queste “materie prime” in progetti fattibili e utili alla creazione di nuove occasioni di lavoro.
4) Come può dare maggior solidità alla suggestione delle “Terre d’Acaia”?
A mio avviso, la solidità può derivare soltanto dal rendere “Terre d’Acaia” un progetto permanente, un laboratorio che prende vita per continuare a vivere e costruire il futuro sociale ed economico della sua area di riferimento. Dovrà essere mosso da uno spirito di impresa, di istituzione sensibile e permeabile a tutto ciò che di spontaneo e innovativo arriva da fuori. E rimanere sempre aperto, sempre “sul pezzo”, come la fabbrica di una cattedrale. L’Atlante, al servizio di questo progetto, ne deve avere le stesse caratteristiche.
5) Il vescovo ha dimostrato grande attenzione alla questione della bellezza. Una grande dimenticata in un Paese come l’Italia che potrebbe / dovrebbe considerarla il proprio petrolio. Come la politica locale e il sistema delle realtà culturali sono chiamate a rapportarsi a questo tema?
Con “Lo stupore della tavola” il vescovo Derio ha scritto una lettera pastorale rinascimentale. È un documento di grande interesse e di notevole originalità. Ne emerge la figura di un uomo di Chiesa e di un umanista, che vede nella concretezza la via della realizzazione del messaggio evangelico.
Occupandomi da parecchi anni di arte, poesia, musica e teatro, nel leggere la sua lettera sono stato preso quasi da un’emozione edonistica: stabilire come assi portanti della sua proposta di cammino la pittura di Caravaggio, i versi di Turoldo, di Rilke, le riflessioni di Catherine Ternynck, di Byung-chul Han, di Josep Maria Esquirol… beh, devo confessare che ho provato con intensità il piacere dello stupore!
Poi, però, ho pensato a uomini di Chiesa e teologi come Guardini, Rahner, von Balthasar, e a quanto abbiano contribuito a sollevare il tema della spiritualità della bellezza, fino ad identificare questi due termini. E allora dallo stupore sono passato alla meditazione, che credo sia il vero obiettivo della lettera pastorale.
Quanto alla bellezza come fonte di ricchezza materiale, scontiamo su questo dato inequivocabile troppi decenni di ritardo da parte della politica sia locale che nazionale e del sistema culturale complessivo. Le condizioni ci sarebbero tutte, ma nelle istituzioni manca il lievito della consapevolezza, lo spirito di finezza necessario.
Da questa angolazione, l’Italia unita è nata male. Tuttavia, l’ampia platea dell’associazionismo e del civismo hanno compiuto negli ultimi tempi passi da gigante nel tentativo di recuperare il tempo perduto. Basterebbe che la politica ascoltasse le loro istanze e le traducesse in atti decisionali.
Ci sono indubbiamente in politica uomini e donne di valore, ma sono pochi e poco ascoltati. Solo quando nell’agenda delle istituzioni pubbliche (e nei loro bilanci) la parola “cultura” sarà scritta tra quelle in cima alla lista, solo allora il nostro Paese avrà una classe dirigente degna di questo nome.
6) Cultura e lavoro. Non sempre il lavoro culturale ha un’adeguata considerazione. Come e perché, invece, il mondo produttivo può vedere nella cultura un ambito di costruzione di sviluppo?
Per produrre occorre prima pensare e per produrre bene occorre prima aver pensato bene. Senza progettualità e progettazione le attività di impresa sono pericolosamente poggiate sulla sabbia o sulla pastafrolla del consumismo, che una volta soddisfatti i suoi appetiti si rivolge o viene indotto a rivolgersi alle nuove mode del momento.
Però, anche il lavoro culturale presenta dei limiti: il contagio del pensiero debole e dei suoi mediocri paladini non è ancora passato del tutto, anzi talvolta si ripresenta sotto mentite spoglie. Chi fa cultura deve essere cosciente della sua responsabilità sociale: la creatività muore nell’individualismo salottiero, ma prolifica nella dimensione comunitaria ed etica.
Occorre che artisti e intellettuali abbiano chiaro che la parola “autore”deriva dal verbo latino “augere”, il cui significato è “accrescere”, “aumentare”, “sviluppare”, “ingrandire”. Autore è chi si fa promotore di crescita e benessere.
L’imprenditore stesso, con la sua inventiva e perspicacia, è un autore a tutti gli effetti.
7) Quali prospettive, tutto ciò considerato, per “Terre d’Acaia”?
Ricordo un aneddoto raccontato dal grande Luigi Veronelli: trovandosi in Borgogna nel lontano 1956, vi incontrò il celebre vignaiolo René Engel, che gli disse: “Vedi, voi avete uve d’oro e fate vini d’argento, noi uve d’argento e vini d’oro”.
Secoli di passione, giudizio e lavoro instancabile possono fare miracoli. Da questo monito bisogna partire. Se l’obiettivo dei promotori di “Terre d’Acaia” è quello di far sì che le loro uve d’oro facciano vini d’oro – e mi sembra che ne abbiano tutte le intenzioni – il progetto non solo avrà successo, ma diventerà uno dei marchi di fabbrica territoriali più rilevanti del Piemonte e non solo.
Marco Margrita
Per gentile concessione de Il Monviso settimanale
Nel mese di settembre 2014, il progetto Terre d’Acaia è stato presentato ufficialmente a Cavallermaggiore (CN), in occasione del convegno regionale organizzato dalle UNI3 Piemontesi
https://www.fondazioneperlarchitettura.it/corso/la-riqualificazione-dello-spazio-pubblico/
Diocesi di Pinerolo
Dal 1 gennaio 2021, Città Green&Smart rappresenta l’Italia in seno ad Entente Florale Europe, la principale realtà europea che riunisce le città e i villaggi che, in Europa, puntano sulla valorizzazione del verde pubblico e sulla sostenibilità. Alla rete nazionale di Città Green&Smart il compito e la responsabilità, ogni anno, di individuare una o più realtà per l’annuale competizione che vede concorrere i Paesi europei aderenti.
Nei mesi estivi, una qualificata giuria di esperti internazionali (un giurato per ogni nazione) si reca in visita nelle città e villaggi candidati e, nel corso della successiva premiazione internazionale a settembre, assegna i rispettivi riconoscimenti (sono in palio le medaglie d’oro, d’argento e di bronzo). Entente Florale è promossa dall’Association Européenne por le Fleurissement et le Paysage.
Le reti partner di Entente Florale in Europa è costituita dalle realtà che operano nei rispettivi ambiti nazionali:
Austria: Blumenbüros Österreich
Belgio: De Vereniging Voor Openbaar Groen
Repubblica Ceka: Společnost pro zahradní a krajinářskou tvorbu
Germania: Deutschen Gartenbau-Gesellschaft 1822 e.V.
Irlanda: Tidy Town
Italia: Città Green&Smart – Centro Studi Silvio Pellico
Malta: Local Councils Association Malta
Slovenia: Entente Florale Slovenija
Ungheria: Virágos Magyarország
Con l’anno 2021 prende il via il circuito Città Green&Smart: suo scopo è incentivare l’approccio “Smart” e “Green” nella programmazione urbana, stimolando il confronto tra le varie esperienze urbane, mettendo in rete le municipalità e raccontandone le esperienze sul portale web dedicato, organizzando videoconferenze e incontri tematici.
Scopo primario dell’iniziativa non è stilare classifiche, ma incentivare l’approccio “Smart” e “Green” nella programmazione urbana, stimolando il confronto tra le varie esperienze urbane, mettendo in rete le municipalità e raccontandone le esperienze sul portale web dedicato, organizzando videoconferenze e incontri tematici.
La fase emergenziale che nel 2020 ha investito l’Italia e il mondo, ha profondamente inciso sul quotidiano rapporto tra la pubblica amministrazione, le comunità locali e i cittadini, ma ha evidenziato anche le dinamiche legate alla digitalizzazione, allo sviluppo e alle nuove tecnologie: da un lato si sono evidenziate le carenze in atto, dall’altra gli esempi fortemente virtuosi che rappresentano modelli da seguire.
A ciò si lega anche uno scenario turistico profondamente mutato, che mai come ora vede la necessità di valorizzare la sostenibilità “green” e le peculiarità legate al tessuto naturale, agroalimentare e storico dei nostri territori, anche e soprattutto di un “turismo di prossimità” anche a corto raggio, che porta gli italiani a scoprire e riscoprire il nostro Paese. Coniugare questi due aspetti, “smart” e “green” diventa quindi di primaria importanza ed è il motivo che, con il mese di gennaio, porta alla nascita della prima rete nazionale delle Città Smart & Green.
Su iniziativa dell’Assessorato alla Cultura della Città di Pinerolo, nel 2020 è stato lanciato un bando per pubblicare una Storia di Pinerolo aggiornata ai nostri tempi, che si aggiungesse alla ricca bibliografia storica del passato. Il progetto, partito ufficialmente all’inizio del 2021, sarà curato da uno storico di grande calibro, Ilario Manfredini, affiancato da un comitato scientifico e redazionale di primo piano. Al progetto, che durerà 18 mesi e porterà alla pubblicazione di uno o più volumi illustrati a cura di Marcovalerio Edizioni, hanno già dato adesione docenti universitari e storici di primo piano del territorio. Ad essi si affiancheranno giovani studiosi, per i quali sono state riservate quattro borse di studio. In questa pgina vi aggiorneremo sull’avanzamento del progetto, pubblicheremo notizie e ospiteremo anche dibattiti e discussioni in corso d’opera. Perché sia una storia di tutti i pinerolesi.
Nella notte fra il 18 e il 19 settembre 2020 ci ha lasciati una persona importante. Una delle colonne ispiratrici del Centro Studi Silvio Pellico e della casa editrice Marcovalerio, che al Centro Studi fa riferimento. Piero Boldrin non era soltanto un curatore e un grande suggeritore di contenuti e di proposte, ma era un maestro capace di indicare la vita. Del Centro Studi Silvio Pellico fu fondatore e presenza discreta ma sagace, dal sapere enciclopedico, dallo spirito ecumenico. Uomo di molti libri e di molti sentieri, tutti percorsi con approfondita umiltà e determinata pulsione alla verità.
Un cavaliere Templare della cultura e dei rapporti umani. Mai in prima fila eppure sempre discretamente e simpaticamente presente. È mancato con la stessa discrezione e umiltà che aveva caratterizzato la sua intensa vita spirituale.
Uomo capace di sedere accanto a cardinali e atei, a conservatori e rivoluzionari, senza mai venire meno alla sua identità e alla sua profonda comprensione dell’animo umano. A lui dobbiamo la gioia delle riunioni associative e interminabili discussioni sulle collane di saggistica esoterica, campo nel quale era sempre un profondo e documentato consulente e collaboratore, in grado di stabilire nessi fra discipline e percorsi di conoscenza, attingendo a una cultura immensa e profonda.
Piero Boldrin affrontò la sofferenza del suo fisico provato con gioia cristiana, egli che percorreva altre strade spirituali. Con profonda tristezza lo salutiamo. Con profonda gioia e riconoscenza lo commemoriamo, perché la sua vita è stata un dono per tutti coloro che lo hanno incontrato e conosciuto.
Marco Civra
Presidente del Centro Studi Silvio Pellico
Direttore editoriale Marcovalerio Edizioni
Quando mi è stato dato l’input di scrivere un in memoriam per Piero, mancato repentinamente nella notte del 18-19 Settembre 2020, la mia prima reazione è stata non posso, non voglio; ma a mente fredda cerco ora di tracciare un piccolo ricordo, uno squarcio di vita vissuta, di consuetudine e di grande amicizia maturata nel corso di tanti anni di mutua fraterna frequentazione. Le sue sfavorevoli condizioni fisiche, la forte zoppia e la accentuata lordo-cifosi-scogliosi non influivano sul suo carattere solare e ottimista, e quindi l’approccio interpersonale non dava luogo ad atteggiamenti di compassione o si semplice aiuto da boy scout.
La sua grande cultura in ogni ramo dello scibile umano, aiutata da una formidabile memoria, non l’aveva distolto da un atteggiamento umile ed aperto. Partecipava sempre alle discussioni, intervenendo autorevolmente in quelle semplici, e specialmente se complesse, portando un sagace, sapiente contributo, sempre propositivo e costruttivo fondato sulla tolleranza e sulla libertà per tutti e per ognuno.
Conosceva, per aver fatto esperienza personale addentrandosi in molte dimensioni del pensiero esoterico, le scuole di pensiero che – tra filosofia e antropologia – trattavano dei massimi sistemi che allietano ed affliggono l’umana condizione. Particolare attenzione aveva dato alla Teosofia ed all’epopea dei Cavalieri Templari, non tanto sotto il profilo storico quanto sotto quello della componente spirituale, rappresentata dal motto dell’Ordo Templi stabilito da Bernardo di Chiaravalle – che aveva fatto suo – :
Non nobis Domine, non nobis, sed nomini tuo da gloriam
Non a noi, o Signore, non a noi, ma al tuo nome dai gloria.
Abile oratore, si prodigava, durante le riunioni conviviali anche come “barzellettiere”, storielle che sapeva raccontare con vivace teatralità e risultati esilaranti. Quando ero presente a tavola io avevo preso l’arbitrio di fargli un segno con la mano con tre dita alzate; Piero amava farmi fare l’amichevole compare inquisitore: “Piero ne racconterai solo tre!”. Egli sempre mi rassicurava, rassicurava i commensali e dava inizio alla prima storia.
Goliardicamente, durante le conviviali l’avevo ri-battezzato Boldrake (sulla falsariga di Mandrake, il famoso personaggio dei fumetti, ideato da Lee Falk, che fece il suo esordio sui quotidiani statunitensi nel 1934. Ne era molto fiero; quando mi telefonava esordiva “Sono Boldrake”!
La sua dipartita lascia un vuoto incolmabile tra i suoi amici; resta un rimpianto triste e dolce. Ciao Piero, prode Cavaliere del Tempio.
prof. Dario Seglie
Direttore del Civico Museo
di Archeologia e Antropologia
della Città di Pinerolo
Siamo di fronte a una grande emergenza e la affronteremo, tutti insieme. Sconfiggeremo questo virus, con responsabilità. Affrontando tutti i sacrifici, economici, di vita sociale e di relazioni, necessari, anzi indispensabili. Il Centro Studi Silvio Pellico, Marcovalerio Edizioni, Ivo Forza Edizioni, Ajisaipress, Vita Libri vi invitano, come molti altri, a rispettare le regole. Restate a casa. E se non potete uscire al di fuori degli spostamenti di lavoro, non potete frequentare caffè e ristoranti, non potete sfogarvi in palestra, questa è l’occasione buona per leggere un libro, Da questo momento, per incoraggiarvi, per ogni libro acquistato attraverso il sito internet marcovalerio.it la piattaforma di ecommerce delle case editrici del Centro Studi Silvio Pellico, potrete ottenere subito il 15 per cento di sconto sul prezzo di copertina, inserendo la frase “sconto 15 per cento” nello spazio coupon prima del pagamento. Non pagherete le spese di spedizione. E riceverete via email, nell’attesa che il libro ordinato arrivi a casa vostra, l’ebook con i primi due capitoli del libro stesso,
È il nostro piccole, umile contributo all’impegno comune.
Cera anche il Centro Studi Silvio Pellico, ieri 13 gennaio 2019, al tavolo di confronto con i parlamentari di tutte le forze politiche eletti sul territorio delle Terre d’Acaia convocato da S.E. il Vescovo di Pinerolo, mons. Derio Olivero, su iniziativa di Giancarlo Chiapello, direttore dell’Ufficio Pastorale sociale e del lavoro della Diocesi.
Un incontro a porte chiuse dedicato ad analizzare le possibili iniziative sul fronte delle crisi industriali che segnano l’area del pinerolese. Al tavolo i deputati Gualtiero Caffaratto, Jessica Costanzo e Daniela Ruffino; le senatrici Marzia Casolati ed Elisa Pirro. Adesioni giunte anche dall’onorevole Davide Gariglio e dai rappresentanti a Palazzo Madama Lucio Malan e Anna Rossomando. È inoltre intervenuto il Sindaco di Pinerolo, Luca Salvai.
Il direttore del CeSMAP (Centro Studi e Museo d’Arte Preistorica), Dario Seglie, socio fondatore del Centro Studi Silvio Pellico, è stato riconfermato IFRAO – UNESCO liaison Officer (coordinatore) fino al 19 agosto 2024 dalla votazione internazionale Generale dei membri dell’IFRAO (Federazione internazionale delle organizzazioni di arte rupestre).
L’IFRAO ha approvato, inoltre, l’ammissione al suo interno di nuovi gruppi (da Messico, Perù e Zimbabwe) e una mozione volta ad organizzare la “Giornata internazionale dell’Arte rupestre“.
Pubblichiamo, per gentile concessione de Il Monviso settimanale, l’intervista a Giacomo Bottino a cura di Marco Margrita sul progetto Terre d’Acaia.
Lunedì 25 febbraio 2019, l’Ufficio Pastorale Sociale e del Lavoro, in collaborazione con Ucid e Mcl Piemonte, ha presentato la Lettera pastorale del Vescovo mons. Derio Olivero al mondo imprenditoriale pinerolese, dal tema il “Civismo dei produttori”, nel corso del quale è stata illustrata la proposta di
Intervista a Giacomo Bottino, operatore culturale che ha concretizzato questa metodologia in grandi progetti territoriali
La presentazione della lettera pastorale di mons. Derio Olivero al mondo imprenditoriale è un altro tassello nella concretizzazione, mettendo in rete le forze attive delle nostre comunità, del progetto “Terre d’Acaia”. Queste, nelle intenzioni dell’Upsl, dovrebbero dotarsi di un loro “Atlante dei Valori Territoriali”. A illustrare questo strumento è stato chiamato Giacomo Bottino.
Progettista e operatore culturale, è stato direttore del Teatro Giacosa di Ivrea e della Fondazione Circuito Teatrale del Piemonte. Dal 1990 al 1999 ha ricoperto i ruoli di consigliere e assessore della Provincia di Torino. Come autore teatrale e televisivo ha scritto nel 2008 (con Daniele Salvo) il testo di “In un volto che ci somiglia – Viaggio nella Costituzione”, spettacolo celebrativo del 60° anniversario della Carta costituzionale, interpretato da Luca Zingaretti, Paola Cortellesi, Umberto Orsini e Monica Guerritore.
Ha tradotto dal francese “La Divina Sarah” di John Murrell e Érich-Emmanuel Schmitt, attualmente in tournée nei teatri italiani, con protagonisti Anna Bonaiuto e Gianluigi Fogacci.
Dal 2018 è direttore progettuale della Fondazione Pacchiotti di Giaveno.
“Il progetto “Atlante dei Valori Territoriali” venne dibattuto, proprio su iniziativa dell’allora assessore alla pianificazione territoriale della Provincia di Torino, Giacomo Bottino, nel convegno “Geografie del Paesaggio” (Castello di Masino, 1995). Su questa base tematica e metodologica sono stati realizzati dallo stesso Bottino, in qualità di direttore artistico-culturale, il progetto “Parco Culturale del Canavese” (2014); il progetto “Le Montagne del Fare Anima”, ideato per il territorio delle Montagne Olimpiche (2005-2006). Attualmente l'”Atlante dei Valori Territoriali” è uno degli assi portanti del progetto, avviato a giugno 2018, del “Parco turistico-culturale di Giaveno e della Val Sangone””.
1) Cosa s’intende per “Atlante dei Valori Territoriali” e che ruolo può giocare nel consolidare la progettualità “Terre d’Acaia”?
Si tratta di uno strumento d’indagine, conoscenza e progettualità, dotato di uno sfondo culturale legato al pensiero del ‘900 e contemporaneo. Mi riferisco innanzitutto alla “scuola territorialista” sviluppatasi e fiorente anche nel nostro Paese: un approccio ecocompatibile ai problemi indotti dai meccanismi autoreferenziali e invasivi della crescita e dello sviluppo. Vi è poi la “filosofia del paesaggio”, che considera giustamente il territorio la più grande opera realizzata dall’umanità: è “il volto che ci somiglia”, che Carlo Levi traeva dall’osservazione del paesaggio italiano, multiforme e storicamente stratificato.
Inoltre, va considerata la cosiddetta “geofilosofia”, alla cui elaborazione Massimo Cacciari ha dato un apporto fondamentale: il pensare la terra, nell’epoca della globalizzazione e del trionfo della tecnica, come terapia per affrontare i problemi della perdita di radicamento, di memoria culturale, di identità individuali e collettive, di tradizioni e orientamenti etici. E in ultima analisi per rifondare la politica.
Tutto questo per dare consapevolezza al fatto che il territorio si colloca, come è stato detto, nel tempo lungo della storia: ha la concretezza, la durezza che garantisce una durata nel tempo e la solidità che lo contrappone al “mondo liquido” diagnosticato da Bauman.
Detto in questi termini, mi rendo conto che la realizzazione di un Atlante dei Valori Territoriali possa sembrare una fumisteria un po’ cervellotica. Ma non è così, perché anche il “mondo piccolo”, in cui Guareschi ha ambientato le storie di don Camillo e Peppone, traeva un senso dal “mondo grande”, dalla vastità degli orizzonti di pensiero delle ideologie contrapposte.
Da questa angolazione, una mappa, che consenta di individuare i valori di lunga durata di un ambito territoriale metodologicamente circoscritto, rappresenta la base di lancio di progetti diversificati, ma tenuti insieme da una stessa finalità e ispirazione: ad esempio, la ricostruzione realistica dell’identità di una regione storica piemontese, come le Terre d’Acaia, per dare luogo ad un brand, un marchio di appartenenza e di qualità utile alla promozione di un contesto di notevole significato della provincia di Torino.
2) Un simile strumento come può e deve essere tenuto presente nel dipanare una mission per un territorio?
Da tempo è in atto un processo, nel quadro dell’economia del turismo, che tende a creare una sorta di “mercato dei territori”, soprattutto in chiave culturale ed enogastronomica.
Interpreto questo processo come un fatto positivo, come un meccanismo virtuoso, perché il mercato in quanto tale, se non è dominato da logiche di sfruttamento, rappresenta una straordinaria opportunità per generare ricchezza condivisa. Il mercato, in altre parole, è un fatto culturale. In questo senso, mi piace prendere a prestito la definizione che Diderot dava della cultura: “un emporio per il commercio reciproco delle idee”.
L’Atlante dei Valori Territoriali è da intendersi come la carta costitutiva, lo statuto di questo metaforico emporio. Serve, in altre parole, per correggere lo sbilanciamento, tipicamente novecentesco, costituito dal consumo del suolo da parte di una concezione totalizzante e selvaggia dell’urbanizzazione.
La correzione di questo squilibrio rimette in moto energie sorgive come quelle dell’agricoltura e della biodiversità, del patrimonio artistico e creativo. Sono queste le risorse originali poste in risalto nel progetto “Terre d’Acaia”, risorse da offrire alla vasta platea dei turisti e dei viaggiatori, ma anche dei nativi e dei residenti. In Francia da alcuni decenni a questa parte circola una definizione: “mettere in desiderio il territorio”.
A questa linea di azione mi sembra si conformi la mission di “Terre d’Acaia”.
3) Come si giunge alla compilazione di questo Atlante?
Vi si giunge partendo dalla consapevolezza che il territorio è corale e i suoi valori sono le singole voci del coro: pensare al territorio come a una partitura musicale mi pare un’immagine non solo suggestiva, ma di alto contenuto creativo ed etico.
Perché il territorio è un fenomeno complessivo, polifonico, ma anche particolareggiato: un ambito di individualità eccezionali, di avvenimenti che ne hanno segnato il percorso nei secoli, di capacità nel fare e nel produrre, che si sono concretizzate nella nobile attività di tanti agricoltori, artigiani, operai e imprenditori. Questo per dire che, se il territorio è un coralità di valori, occorre rispecchiarlo in una mappa che sia una visione del mondo o di quel mondo specifico da mettere in desiderio.
Una geografia delle qualità locali, che sarà realizzata dall’intelligenza collettiva di un gruppo di ricercatori e progettisti, attraverso sopralluoghi, interviste, raccolte di idee, con l’obiettivo di trasformare queste “materie prime” in progetti fattibili e utili alla creazione di nuove occasioni di lavoro.
4) Come può dare maggior solidità alla suggestione delle “Terre d’Acaia”?
A mio avviso, la solidità può derivare soltanto dal rendere “Terre d’Acaia” un progetto permanente, un laboratorio che prende vita per continuare a vivere e costruire il futuro sociale ed economico della sua area di riferimento. Dovrà essere mosso da uno spirito di impresa, di istituzione sensibile e permeabile a tutto ciò che di spontaneo e innovativo arriva da fuori. E rimanere sempre aperto, sempre “sul pezzo”, come la fabbrica di una cattedrale. L’Atlante, al servizio di questo progetto, ne deve avere le stesse caratteristiche.
5) Il vescovo ha dimostrato grande attenzione alla questione della bellezza. Una grande dimenticata in un Paese come l’Italia che potrebbe / dovrebbe considerarla il proprio petrolio. Come la politica locale e il sistema delle realtà culturali sono chiamate a rapportarsi a questo tema?
Con “Lo stupore della tavola” il vescovo Derio ha scritto una lettera pastorale rinascimentale. È un documento di grande interesse e di notevole originalità. Ne emerge la figura di un uomo di Chiesa e di un umanista, che vede nella concretezza la via della realizzazione del messaggio evangelico.
Occupandomi da parecchi anni di arte, poesia, musica e teatro, nel leggere la sua lettera sono stato preso quasi da un’emozione edonistica: stabilire come assi portanti della sua proposta di cammino la pittura di Caravaggio, i versi di Turoldo, di Rilke, le riflessioni di Catherine Ternynck, di Byung-chul Han, di Josep Maria Esquirol… beh, devo confessare che ho provato con intensità il piacere dello stupore!
Poi, però, ho pensato a uomini di Chiesa e teologi come Guardini, Rahner, von Balthasar, e a quanto abbiano contribuito a sollevare il tema della spiritualità della bellezza, fino ad identificare questi due termini. E allora dallo stupore sono passato alla meditazione, che credo sia il vero obiettivo della lettera pastorale.
Quanto alla bellezza come fonte di ricchezza materiale, scontiamo su questo dato inequivocabile troppi decenni di ritardo da parte della politica sia locale che nazionale e del sistema culturale complessivo. Le condizioni ci sarebbero tutte, ma nelle istituzioni manca il lievito della consapevolezza, lo spirito di finezza necessario.
Da questa angolazione, l’Italia unita è nata male. Tuttavia, l’ampia platea dell’associazionismo e del civismo hanno compiuto negli ultimi tempi passi da gigante nel tentativo di recuperare il tempo perduto. Basterebbe che la politica ascoltasse le loro istanze e le traducesse in atti decisionali.
Ci sono indubbiamente in politica uomini e donne di valore, ma sono pochi e poco ascoltati. Solo quando nell’agenda delle istituzioni pubbliche (e nei loro bilanci) la parola “cultura” sarà scritta tra quelle in cima alla lista, solo allora il nostro Paese avrà una classe dirigente degna di questo nome.
6) Cultura e lavoro. Non sempre il lavoro culturale ha un’adeguata considerazione. Come e perché, invece, il mondo produttivo può vedere nella cultura un ambito di costruzione di sviluppo?
Per produrre occorre prima pensare e per produrre bene occorre prima aver pensato bene. Senza progettualità e progettazione le attività di impresa sono pericolosamente poggiate sulla sabbia o sulla pastafrolla del consumismo, che una volta soddisfatti i suoi appetiti si rivolge o viene indotto a rivolgersi alle nuove mode del momento.
Però, anche il lavoro culturale presenta dei limiti: il contagio del pensiero debole e dei suoi mediocri paladini non è ancora passato del tutto, anzi talvolta si ripresenta sotto mentite spoglie. Chi fa cultura deve essere cosciente della sua responsabilità sociale: la creatività muore nell’individualismo salottiero, ma prolifica nella dimensione comunitaria ed etica.
Occorre che artisti e intellettuali abbiano chiaro che la parola “autore”deriva dal verbo latino “augere”, il cui significato è “accrescere”, “aumentare”, “sviluppare”, “ingrandire”. Autore è chi si fa promotore di crescita e benessere.
L’imprenditore stesso, con la sua inventiva e perspicacia, è un autore a tutti gli effetti.
7) Quali prospettive, tutto ciò considerato, per “Terre d’Acaia”?
Ricordo un aneddoto raccontato dal grande Luigi Veronelli: trovandosi in Borgogna nel lontano 1956, vi incontrò il celebre vignaiolo René Engel, che gli disse: “Vedi, voi avete uve d’oro e fate vini d’argento, noi uve d’argento e vini d’oro”.
Secoli di passione, giudizio e lavoro instancabile possono fare miracoli. Da questo monito bisogna partire. Se l’obiettivo dei promotori di “Terre d’Acaia” è quello di far sì che le loro uve d’oro facciano vini d’oro – e mi sembra che ne abbiano tutte le intenzioni – il progetto non solo avrà successo, ma diventerà uno dei marchi di fabbrica territoriali più rilevanti del Piemonte e non solo.
Marco Margrita
Per gentile concessione de Il Monviso settimanale
Terre D’Acaia, il progetto al quale abbiamo lavorato in questi anni, diventa adulto e, come è giusto che sia, imbocca la propria via e cresce autonomamente. Abbiamo festeggiato questo risultato lunedì 25 febbraio, grazie all’iniziativa dell’Ufficio Pastorale Sociale e del lavoro della Diocesi di Pinerolo, e in particolare di Giancarlo Chiapello.
La serata di presentazione della lettera pastorale del Vescovo Derio Olivero al mondo imprenditoriale ha assunto il più profondo significato di un vero vertice economico, grazie alla presenza del Presidente della Camera di Commercio di Torino, Vincenzo Ilotte, dell’amministratore delegato di ACEA Pinerolese, Francesco Carcioffo, del direttore progettuale della Fondazione Pacchiotti, Giacomo Bottino, del presidente nazionale Ucid, Riccardo Ghidella, di Marco Margrita, in rappresentanza di Echos Group Italia e di molti imprenditori e rappresentanti di organizzazioni produttive.
Il ruolo del Centro Studi Silvio Pellico, che del brand territoriale del pinerolese, di quel “piano Langhe”, come lo definì tre anni or sono l’assessore Alberto Valmaggia, primo sostenitore istituzionale del progetto, non verrà certamente meno. Lo abbiamo sostenuto e continueremo a sostenerlo e narrarlo, come motore culturale. Ma perché #terredacaia cresca e metta salde radici, occorre che a rilevare il testimone siano le realtà produttive ed economiche.
Questo sta avvenendo. Ed è il nostro più grande successo.
Lunedì 25 febbraio 2019, presso la Sala Pacem inTerris a Pinerolo, un convegno organizzato dall’Ufficio diocesano di pastorale sociale e del lavoro della #DiocesidiPinerolo in collaborazione con#UCID Piemonte/Valle d’Aosta e #MCL Piemonte: un incontro dal duplice intento, presentare al mondo imprenditoriale la lettera pastorale#Lostuporedellatavola del #VescovodiPinerolo Mons. Derio #Olivero, e ripondere insieme agli uomini e donne del mondo dell’impresa alla domanda posta nel titolo. La riflessione partita dalla necessità di non trovarsi presi in contropiede dal cambio di paradigma della nostra società, come altre volte avvenuto, richiama il ruolo della #Chiesa e la necessità di ritrovarsi a comprendere quanto avviene consci della possibilità di innescare processi insieme.
Grazie al Presidente della#CameradiCommercio di Torino, ing. Vincenzo #Ilotte è stato possibile analizzare i dati sulla natalità/mortalità delle imprese sul territorio freschi di presentazione nel pomeriggio in conferenza stampa, dal dato 2009/2018 le iscrizioni alla Camera di Commercio di Torino sono state 13.352, mentre le cessazioni 14.032. Il tasso di crescita del tessuto imprenditoriale, al netto delle cessazioni d’ufficio, non è particolarmente incoraggiante, il tasso di natalità è al 6,0%, il tasso di mortalità al 6,3%. Guardando alle aree omogenee della provincia di Torino solo Torino ha un segno più con un +0,15% (pesando per il 48,4% del tessuto imprenditoriale provinciale) mentre Pinerolo ha un dato negativo per -0,88% (pesando per il 5,8%).
Non ci si è voluti scoraggiare, naturalmente, ma si è scelto di rilanciare verso il futuro per sostenere quel lavoro buono, partecipativo, creativo, di cui ha parlato Papa #Francesco nella #EvangeliiGaudium grazie alla relazione di don Luca #Peyron, docente di spriritualità dell’innovazione presso l’ Università di Torino e la Cattolica di Milano che ha posto l’attenzione su pericoli e potenzialità di quell’infosfera fatta di tecnoliga in cui tutti, comprese le imprese, sono necessariamente immerse. Ha inoltre presentato per la prima volta il suo nuovo libro “L’incarnazione digitale. Custodire l’umano nell’infosfera” ed. Elledici).
Si è aggiunto la testimonianza delle grandi e piccole reti di imprese che sono segno della strada collaborativa e generativa da intraprendere, dal #CPE con l’ing. Francesco #Carcioffo, amministratore delegato di #ACEAPinerolese, il dr. Piero #Colombo, direttore #BNI Pinerolo, il dr. Gianluca #Blandino, amministratore delegato di #DAIImpresa.
Interessante e puntuale l’esposizione dello strumento dell’#Atlantedeivaloriterritoriali da parte del direttore progettuale della fondazione #Pacchiotti, Giacomo #Bottino, strumento di messa in rete e realizzazione della visione delle #terredacaia utile anche per raccordare il tavolo con imprese con quello col mondo agricolo organizzati con la presentazione della lettera pastorale dall’ufficio diocesano che persegue il progetto della valorizzazione del territorio, delle sue eccellenze attraverso il filo delle “Terre d’Acaia” non come mera operazione di branding ma come contributo alla comprensione del nuovo paradigma sociale in fase di dispiegamento che non può vedere scollegate cultura, economia, politica, istruzione grazie ad un dialogo che diventa sistema.
L’introduzione del convegno, che ha visto un pubblico estremamente attento e qualificatoè toccata a Marco #Margrita, Presidente regionale del Movimento Cristiano Lavoratori (MCL) che ha segnalato la piena disponbilità come realtà civile ed ecclesiale alla collaborazione, ben evidente dal contributo significativo all’organizzazione di un simile importante appuntamento, mentre la conclusione, prima dei saluti del Vescovo, è spettata al Presidente nazionale dell’Unione Cattolica Imprenditori e Dirigenti (UCID), dr. Riccardo #Ghidella che ha rimarcato la presenza dei #cattolici nel mondo impresnditoriale a servizio della Chiesa e delle #comunità. Ha coordinato i lavori il direttore dell’ufficio diocesano Giancarlo Chiapello (NOTA A CURA DELL’ #UPSLPinerolo)
"#civismodeiproduttori, #lavoro, #impresa tra #comunità, #infosfera ed #Europa. Facciamo squadra?". Ieri lunedì 25 febbraio presso la Sala Pacem inTerris a Pinerolo, un convegno organizzato dall'ufficio diocesano di pastorale sociale e del lavoro della #DiocesidiPinerolo in collaborazione con #UCID Piemonte/Valle d'Aosta e #MCL Piemonte: un incontro dal duplice intento, presentare al mondo imprenditoriale la lettera pastorale #Lostuporedellatavola del #VescovodiPinerolo Mons. Derio #Olivero, e ripondere insieme agli uomini e donne del mondo dell'impresa alla domanda posta nel titolo. La riflessione partita dalla necessità di non trovarsi presi in contropiede dal cambio di paradigma della nostra società, come altre volte avvenuto, richiama il ruolo della #Chiesa e la necessità di ritrovarsi a comprendere quanto avviene consci della possibilità di innescare processi insieme. Grazie al Presidente della #CameradiCommercio di Torino, ing. Vincenzo #Ilotte è stato possibile analizzare i dati sulla natalità/mortalità delle imprese sul territorio freschi di presentazione nel pomeriggio in conferenza stampa, dal dato 2009/2018 le iscrizioni alla Camera di Commercio di Torino sono state 13.352, mentre le cessazioni 14.032. Il tasso di crescita del tessuto imprenditoriale, al netto delle cessazioni d'ufficio, non è particolarmente incoraggiante, il tasso di natalità è al 6,0%, il tasso di mortalità al 6,3%. Guardando alle aree omogenee della provincia di Torino solo Torino ha un segno più con un +0,15% (pesando per il 48,4% del tessuto imprenditoriale provinciale) mentre Pinerolo ha un dato negativo per -0,88% (pesando per il 5,8%). Non ci si è voluti scoraggiare, naturalmente, ma si è scelto di rilanciare verso il futuro per sostenere quel lavoro buono, partecipativo, creativo, di cui ha parlato Papa #Francesco nella #EvangeliiGaudium grazie alla relazione di don Luca #Peyron, docente di spriritualità dell'innovazione presso l' Università di Torino e la Cattolica di Milano che ha posto l'attenzione su pericoli e potenzialità di quell'infosfera fatta di tecnoliga in cui tutti, comprese le imprese, sono necessariamente immerse. Ha inoltre presentato per la prima volta il suo nuovo libro "L'incarnazione digitale. Custodire l'umano nell'infosfera" ed. Elledici). Si è aggiunto la testimonianza delle grandi e piccole reti di imprese che sono segno della strada collaborativa e generativa da intraprendere, dal #CPE con l'ing. Francesco #Carcioffo, amministratore delegato di #ACEAPinerolese, il dr. Piero #Colombo, direttore #BNI Pinerolo, il dr. Gianluca #Blandino, amministratore delegato di #DAIImpresa. Interessante e puntuale l'esposizione dello strumento dell' #Atlantedeivaloriterritoriali da parte del direttore progettuale della fondazione #Pacchiotti, Giacomo #Bottino, strumento di messa in rete e realizzazione della visone delle #terredacaia utile anche per raccordare il tavolo con imprese con quello col mondo agricolo organizzati con la presentazione della lettera pastorale dall'ufficio diocesano che persegue il progetto della valorizzazione del territorio, delle sue eccellenze attraverso il filo delle "Terre d'Acaia" non come mera operazione di branding ma come contributo alla comprensione del nuovo paradigma sociale in fase di dispiegamento che non può vedere scollegate cultura, economia, politica, istruzione grazie ad un dialogo che diventa sistema. L'introduzione del convegno, che ha visto un pubblico estremamente attento e qualificatoè toccata a Marco #Margrita, Presidente regionale del Movimento Cristiano Lavoratori (MCL) che ha segnalato la piena disponbilità come realtà civile ed ecclesiale alla collaborazione, ben evidente dal contributo significativo all'organizzazione di un simile importante appuntamento, mentre la conclusione, prima dei saluti del Vescovo, è spettata al Presidente nazionale dell'Unione Cattolica Imprenditori e Dirigenti (UCID), dr. Riccardo #Ghidella che ha rimarcato la presenza dei #cattolici nel mondo impresnditoriale a servizio della Chiesa e delle #comunità. Coordinata i lavori il direttore dell'ufficio diocesano Giancarlo Chiapello (NOTA A CURA DELL' #UPSLPinerolo)
Gepostet von UPSLPinerolo am Dienstag, 26. Februar 2019
Terre D’Acaia, il progetto al quale abbiamo lavorato in questi anni, diventa adulto e, come è giusto che sia, imbocca la propria via e cresce autonomamente. Abbiamo festeggiato questo risultato lunedì 25 febbraio, grazie all’iniziativa dell’Ufficio Pastorale Sociale e del lavoro della Diocesi di Pinerolo, e in particolare di Giancarlo Chiapello.
La serata di presentazione della lettera pastorale del Vescovo Derio Olivero al mondo imprenditoriale ha assunto il più profondo significato di un vero vertice economico, grazie alla presenza del Presidente della Camera di Commercio di Torino, Vincenzo Ilotte, dell’amministratore delegato di ACEA Pinerolese, Francesco Carcioffo, del direttore progettuale della Fondazione Pacchiotti, Giacomo Bottino, del presidente nazionale Ucid, Riccardo Ghidella, di Marco Margrita, in rappresentanza di Echos Group Italia e di molti imprenditori e rappresentanti di organizzazioni produttive.
Il ruolo del Centro Studi Silvio Pellico, che del brand territoriale del pinerolese, di quel “piano Langhe”, come lo definì tre anni or sono l’assessore Alberto Valmaggia, primo sostenitore istituzionale del progetto, non verrà certamente meno. Lo abbiamo sostenuto e continueremo a sostenerlo e narrarlo, come motore culturale. Ma perché #terredacaia cresca e metta salde radici, occorre che a rilevare il testimone siano le realtà produttive ed economiche.
Questo sta avvenendo. Ed è il nostro più grande successo.
Lunedì 25 febbraio 2019, presso la Sala Pacem inTerris a Pinerolo, un convegno organizzato dall’Ufficio diocesano di pastorale sociale e del lavoro della #DiocesidiPinerolo in collaborazione con#UCID Piemonte/Valle d’Aosta e #MCL Piemonte: un incontro dal duplice intento, presentare al mondo imprenditoriale la lettera pastorale#Lostuporedellatavola del #VescovodiPinerolo Mons. Derio #Olivero, e ripondere insieme agli uomini e donne del mondo dell’impresa alla domanda posta nel titolo. La riflessione partita dalla necessità di non trovarsi presi in contropiede dal cambio di paradigma della nostra società, come altre volte avvenuto, richiama il ruolo della #Chiesa e la necessità di ritrovarsi a comprendere quanto avviene consci della possibilità di innescare processi insieme.
Grazie al Presidente della#CameradiCommercio di Torino, ing. Vincenzo #Ilotte è stato possibile analizzare i dati sulla natalità/mortalità delle imprese sul territorio freschi di presentazione nel pomeriggio in conferenza stampa, dal dato 2009/2018 le iscrizioni alla Camera di Commercio di Torino sono state 13.352, mentre le cessazioni 14.032. Il tasso di crescita del tessuto imprenditoriale, al netto delle cessazioni d’ufficio, non è particolarmente incoraggiante, il tasso di natalità è al 6,0%, il tasso di mortalità al 6,3%. Guardando alle aree omogenee della provincia di Torino solo Torino ha un segno più con un +0,15% (pesando per il 48,4% del tessuto imprenditoriale provinciale) mentre Pinerolo ha un dato negativo per -0,88% (pesando per il 5,8%).
Non ci si è voluti scoraggiare, naturalmente, ma si è scelto di rilanciare verso il futuro per sostenere quel lavoro buono, partecipativo, creativo, di cui ha parlato Papa #Francesco nella #EvangeliiGaudium grazie alla relazione di don Luca #Peyron, docente di spriritualità dell’innovazione presso l’ Università di Torino e la Cattolica di Milano che ha posto l’attenzione su pericoli e potenzialità di quell’infosfera fatta di tecnoliga in cui tutti, comprese le imprese, sono necessariamente immerse. Ha inoltre presentato per la prima volta il suo nuovo libro “L’incarnazione digitale. Custodire l’umano nell’infosfera” ed. Elledici).
Si è aggiunto la testimonianza delle grandi e piccole reti di imprese che sono segno della strada collaborativa e generativa da intraprendere, dal #CPE con l’ing. Francesco #Carcioffo, amministratore delegato di #ACEAPinerolese, il dr. Piero #Colombo, direttore #BNI Pinerolo, il dr. Gianluca #Blandino, amministratore delegato di #DAIImpresa.
Interessante e puntuale l’esposizione dello strumento dell’#Atlantedeivaloriterritoriali da parte del direttore progettuale della fondazione #Pacchiotti, Giacomo #Bottino, strumento di messa in rete e realizzazione della visione delle #terredacaia utile anche per raccordare il tavolo con imprese con quello col mondo agricolo organizzati con la presentazione della lettera pastorale dall’ufficio diocesano che persegue il progetto della valorizzazione del territorio, delle sue eccellenze attraverso il filo delle “Terre d’Acaia” non come mera operazione di branding ma come contributo alla comprensione del nuovo paradigma sociale in fase di dispiegamento che non può vedere scollegate cultura, economia, politica, istruzione grazie ad un dialogo che diventa sistema.
L’introduzione del convegno, che ha visto un pubblico estremamente attento e qualificatoè toccata a Marco #Margrita, Presidente regionale del Movimento Cristiano Lavoratori (MCL) che ha segnalato la piena disponbilità come realtà civile ed ecclesiale alla collaborazione, ben evidente dal contributo significativo all’organizzazione di un simile importante appuntamento, mentre la conclusione, prima dei saluti del Vescovo, è spettata al Presidente nazionale dell’Unione Cattolica Imprenditori e Dirigenti (UCID), dr. Riccardo #Ghidella che ha rimarcato la presenza dei #cattolici nel mondo impresnditoriale a servizio della Chiesa e delle #comunità. Ha coordinato i lavori il direttore dell’ufficio diocesano Giancarlo Chiapello (NOTA A CURA DELL’ #UPSLPinerolo)
Un altro prestigioso marchio editoriale si unisce alla famiglia no profit del Centro Studi Silvio Pellico. La nostra associazione dà il benvenuto alle Edizioni Ivo Forza, che invece di cessare l’attività e disperdere un grande patrimonio editoriale, ricco di titoli interessanti, specialmente legati al pensiero religioso di Lev N. Tolstoj, ha deciso di conferire il catalogo, unendo le energie alle nostre. Diamo quindi il benvenuto alla nuova casa editrice della nostra famiglia e al suo direttore editoriale, Ivo Forza.
Regione Piemonte, Città Metropolitana di Torino, Centro Studi Silvio Pellico e Terre d’Acaia patrocinano il 9 novembre 2017, al Salone dei Cavalieri e alla Cavallerizza Caprilli di Pinerolo, una giornata di formazione e aggiornamento rivolta agli architetti, agli amministratori pubblici e ai tecnici comunali.
è il tema della giornata, realizzata grazie al fondamentale contributo dell’Ente Sviluppo Porfido, in collaborazione con l’Ordine degli Architetti del Piemonte, della Fondazione per l’architettura di Torino e dell’Università degli Studi di Ferrara.
Lo scopo della giornata formativa, organizzata dall’Ente Porfido del Trentino, organizzazione no profit, in collaborazione con il Centro Studi Silvio Pellico, nell’ambito del Progetto Terre d’Acaia è incentrato sul tema della RIQUALIFICAZIONE DELLO SPAZIO URBANO.L’Ente Porfido del Trentino non svolge attività di marketing o promozionale dei materiali lapidei, bensì di formazione sulle tecniche e sulle tecnologie di posa in opera delle pavimentazioni e ornamentazioni in ambito urbano. Questo vale per qualsiasi materiale lapideo, compresi naturalmente quelli delle nostre terre.Conoscere queste tecniche permette ai Comuni, nella piena libertà delle scelte e nella trasparenza degli appalti, di garantire che le pose in opera siano di qualità estetica elevata e di durata negli anni.La giornata è rivolta anzitutto ai tecnici comunali, ma anche a tutti gli amministratori con deleghe alle opere pubbliche e al territorio, affinché possano ricevere i materiali e le competenze utili.Come Centro Studi Silvio Pellico lo auspichiamo, che i Comuni ne approfittino per “sfruttare” gli esperti che saranno presenti anche ponendo questioni specifiche legate a progetti in corso.
La giornata è riservata agli architetti, tecnici comunali e professionisti del settore, e naturalmente aperta agli amministratori comunali delle aree di competenza. La partecipazione costituisce titolo ai crediti formativi per gli iscritti all’Ordine degli Architetti. Iscrizione obbligatoria ai singoli seminari con la procedura online al sito www.fondazioneperlarchitettura.it
Per tutti coloro che non necessitano del riconoscimento dei crediti formativi per gli architetti, si prega di confermare la partecipazione (anche al fine di calcolare il numero delle persone presenti alla colazione di lavoro offerta) via email all’indirizzo eventimkt@unimark4.it
È venuto a mancare, dopo una lunga malattia, con la quale aveva lottato negli ultimi anni, un grande esponente della cultura italiana. Redi Sante Di Pol, preside della Facoltà di Scienze della Formazione primaria dell’Università di Torino, grande docente universitario. Nato nel 1951, orgogliosamente friulano, si era trasferito ancora bambino nel capoluogo sabaudo. La sua carriera universitaria iniziò prestissimo, nel 1973. Professore ordinario di Storia della Pedagogia all’Università di Torino, ha formato intere generazioni di insegnanti, sia attraverso i suoi corsi, sia attraverso i numerosi manuali pubblicati nel corso degli anni e adottati in tutta Italia.
Per anni, Redi Sante Di Pol ha guidato la FISM, Federazione Italiana Scuole Materne, difendendo la scuola cattolica e portandone avanti i valori culturali. Neppure la lunga malattia era riuscita a fermare la sua grande passione per l’insegnamento e per l’impegno sociale, e recentemente era anche riuscito a tornare in cattedra.
Innumerevoli i lavori pubblicati. Il suo contributo culturale ha coperto un’ampia schiera di allievi, rivendicando il ruolo fondamentale della Pedagogia come scienza e come prodromo alla Filosofia.
L’amico Redi Sante è stato più di un autore. A lui dobbiamo il paziente e talvolta laborioso insegnamento sulla qualità del lavoro di ricerca e sull’autorevolezza delle fonti, sulla precisione e sulla passione che occorrono per portare avanti l’impegno culturale. Una lezione che abbiamo imparato faticosamente e non sempre con successo, ma che resterà presente nel nostro lavoro futuro in Suo onore.
L’editoria di carta nell’epoca del digitale è il titolo del convegno specialistico organizzato da Prontolibri, il progetto sostenuto dalla Regione Piemonte, in collaborazione con Cartaria Subalpina, Centro Studi Silvio Pellico e Servizi Grafici che si svolgerà a Beinasco, in via Carducci 3/5 il prossimo 20 luglio 2017. La giornata si svolgerà all’insegna della formazione specialistica per gli editori piemontesi, affrontando il delicato passaggio tecnologico che la filiera del libro sta attraversano in questi anni.
L’editoria tradizionale – spiega Marco Civra, presidente del Centro Studi Silvio Pellico – conferma la propria tenuta, ma può avvantaggiarsi grazie alle tecnologie e alla perfetta conoscenza dell’intero processo di produzione e distribuzione, a partire dalla scelta di carte ottimali, di processi di stampa e legatoria on demand, spedizione rapida, fino al flusso della distribuzione attraverso i colossi internazionali.
Lo scopo dell’iniziativa – aggiunge Antonio R. Labanca, presidente di Prontolibri, associazione che raccoglie decine di editori piemontesi – è realizzare una giornata di studio e confronto full immersion con esempi concreti e incontri con i protagonisti della filiera del libro. Fare sistema orizzontale e verticale per vincere la sfida.
All’iniziativa interverrà l’assessore regionale alla cultura, Antonella Parigi, a testimoniare l’interesse della Regione Piemonte per il sostegno alla produzione editoriale locale, che da anni vede l’ente regionale impegnato con specifiche iniziative di promozione e sostegno agli operatori del settore. Sono previsti ospiti di rilievo, tra i quali Ansgar Reiners della Cartiera UPM e Matteo Suardi del Gruppo Cordenons Spa. Nel pomeriggio saranno presenti Alberto Capano, EDT Edizioni, e Alessandro Neri per LibroCo, uno dei principali distributori della filiare del libro in Italia.
Per informazioni e richieste di adesione contattare direzione@prontolibri.net
Il Centro Studi Silvio Pellico ha ricevuto l’incarico formale di costruire il sito internet ufficiale del Congresso Mondiale “NeandertART 2018”.
La problematica che verrà sviluppata a Torino, presso il Campus Einaudi dell’Universitè, nel mese di agosto 2018, riguarda un tema che oggi è al centro del dibattito scientifico perché le nuove scoperte ed i nuovi studi hanno evidenziato la necessità di sapere se l’Uomo di Neanderthal, specie umana scomparsa circa 35.000 anni or sono avesse caratteristiche anche psichiche, mentali e intellettuali simili a quelle dell’Homo Sapiens, cioè simili alle attuali nostre.
La prova più antica per la quale emergono dati è la comparsa dell’arte, cioè di raffigurazioni simboliche denotanti un mondo spirituale che ha potuto svilupparsi iniziando oltre 40.000 anni fa; un’attività non legata direttamente ad aspetti connessi con la sopravvivenza quali caccia, raccolta, pesca ed altre attività che precedettero l’avvento dell’agricoltura; la quale risale ad “appena” 10.000 anni fa, sorta in tre zone del mondo indipendenti tra di loro: Estremo Oriente per il riso, Alta Mesopotamia per il grano e le Americhe per il mais.
Il punto della situazione sarà fatto all’Università di Torino, che per questo evento scientifico ha concesso il Patrocinio, grazie al Rettore Prof. Gianmaria Ajani, con le strutture del nuovo Campus Universitario “Luigi Einaudi”, magnifica sede progettata da un architetto tra i più famosi, il britannico Lord Norman Foster. Questo Campus è considerato tra i dieci più belli al mondo.
Il sito web, che ha già ottenuto il plauso da parte degli studiosi del Comitato Scientifico internazionale, è completamente in lingua inglese, come richiesto dagli standard attuali per questo tipo di eventi. Il CeSMAP di Pinerolo, che ha accettato il pesante ma entusiasmante incarico di realizzare questo evento mondiale, con studiosi del massimo livello accademico che arriveranno dai quattro angoli della terra, ha riposto completa fiducia nelle competenze specifiche in campo informatico e gestionale dei volontari del Centro Studi Silvio Pellico, che saranno impegnati, col Comitato Organizzatore e col CeSMAP, sin da ora verso il congresso e fino agli aspetti post congressuali che prevedono anche la realizzazione e la diffusione degli Atti dei lavori svolti.
È un successo l’iniziativa dell’associazione ANAPACA onlus di Pinerolo, che in collaborazione con il Centro Studi Silvio Pellico ha promosso e organizzato una serie di incontri sulla salute e qualità ambientale. Esperti nazionali hanno presentato le criticità dell’ambiente, dal suolo alla qualità dell’aria con una serie di appuntamenti preserali, in un contesto leggero, come quello dell’aperitivo in un locale pubblico, per affrontare temi pesanti.
L’idea di ANAPACA è vincente: la cultura può essere rilassante e divertente, anche quando affronta temi rilevanti che richiedono attenzione.
Finalmente si parte. Tre anni di lavoro, migliaia di chilometri, di ore, di riunioni, ed ora Terre d’Acaia è una realtà. Giovedì 27 ottobre, alle ore 12,00, presso la sala stampa della Regione Piemonte, in piazza Castello 165, alla presenza dell’assessore regionale al paesaggio, Alberto Valmaggia, presenteremo ai giornalisti, con i sindaci dei Comuni dell’area omogenea pinerolese della Città metropolitana di Torino, il volume che raccoglie le linee ispiratrici del progetto di brand territoriale. Partecipate, intervenite.
CON UNA PREFAZIONE DI ALBERTO VALMAGGIA,
assessore al paesaggio della Regione Piemonte
«Terre d’Acaia è un progetto che rilancia verso un futuro dove il capitale umano e il capitale sociale diventano motore di sviluppo. È un progetto che raccoglie un territorio ampio e omogeneo che può ritrovare la sua unitarietà di azione in una proposta organica e articolata. Altri territori piemontesi questa scommessa l’hanno fatta, e proprio partendo da questa consapevolezza hanno costruito storie belle che danno risposte concrete alle comunità locali nel solco dello sviluppo sostenibile.»
Alberto Valmaggia, assessore Regione Piemonte
«Occorre uno scatto di orgoglio, una retorica dell’appartenenza, capace di unire comunità tradizionalmente poco propense a un modello cooperativo e collaborativo di sviluppo e di promozione del territorio, divise in Comuni piccoli, rappresentativi di storie secolari divergenti. Occorre una nuova narrazione.»
Marco Civra
«Un processo di valorizzazione di questo patrimonio materiale e immateriale passa attraverso la consapevolezza, la conoscenza, la sostenibilità, l’innovazione economica per una qualità della vita più alta. Attraverso il brand “Terre d’Acaia” è possibile con semplicità costruire qualcosa di bello.»
Giancarlo Chiapello
SOSTIENICI CON UNA DONAZIONE