Dal 24 Aprile a metà Maggio 2013, una missione scientifica organizzata dalla Rai – Radio Televisione Italiana, in collaborazione col CeSMAP, Centro Studi e Museo d’Arte Preistorica di Pinerolo e con l’appoggio del National Geographic di Washington, sarà in Turchia, nel sito preistorico di Göbekli Tepe, per raccogliere informazioni scientifiche e realizzare alcuni servizi televisivi per il Tg scientifico tecnologico Leonardo della Tgr e per varie reti Rai. Il gruppo è formato dal Dr. Maurizio Menicucci, inviato scientifico della RAI-TV e referente della Missione, dal Prof. Dario Seglie, Direttore del CeSMAP, dall’operatore Sergio Zenatti, dal fotografo e operatore culturale Mario Della Casa, e da alcuni studiosi turchi, tra cui il Prof. Bora Cem Sevencan.
A guidarli nel lavoro sul campo sarà il Prof. Klaus Schmidt dell’Università di Berlino, scopritore, nel 1994, del complesso monumentale di Gobekli Tepe e direttore degli scavi.
Gobekli Tepe, a 18 chilometri dalla città di Urfa sacra ad Abramo, risale al Paleolitico finale, quasi 12 millenni fa – 7 mila anni prima delle piramidi d’Egitto e di Stonehenge – ed è considerato il ritrovamento archeologico più stupefacente degli ultimi anni: templi circolari con grandi pilastri litici del peso medio di 50 tonnellate, lavorati con utensili di pietra, scolpiti con figure di animali e antropomorfe in basso e in altorilievo. Una scoperta che sconvolge tutti i paradigmi degli studi preistorici.
Alcuni studiosi, con felice intuizione, hanno ipotizzato che, anche per la sua posizione geografica tra Turchia e Siria, il sito possa aver ispirato gli antichissimi racconti mesopotamici e biblici del Paradiso terrestre, luogo irrimediabilmente perduto quando la civiltà umana passò dal nomadismo, tipico delle società di cacciatori-raccoglitori, a forme di aggregazione stabile e sedentaria basate sull’agricoltura e sull’allevamento. Una fase fondamentale e travagliata nell’evoluzione culturale dell’umanità, che molti specialisti vedono simboleggiata nel dissidio tra Caino ed Abele, a conferma di una verosimile identità tra il leggendario Eden – in sumerico, non a caso, “Giardino” – e questa regione dell’Alto Eufrate, dove a quei tempi – verso la fine dell’ultima glaciazione – viveva allo stato selvatico gran parte delle specie animali e vegetali – ovini, suini, caprini, bovini, cereali e legumi – su cui ancora oggi si basa l’economia agricola mondiale.
Sul tema del “Paradiso Perduto”, la Missione, che è sotto l’egida della RAI, delle Autorità Ministeriali della Turchia, con il supporto delle Turkish Airlines, ha anche in progetto una Mostra internazionale, che avrà la sua prima tappa a Torino.
Una risposta
Margherita Molitierno
E’ semplicemente una scoperta straordinaria che induce a riflettere. La CONOSCENZA piena di questa nostra umanità non sarà mai totale, almeno nell’arco di una vita. Ed è questo il grande rammarico passare sapendo di non aver CONOSCIUTO pienamente.
Riguardo alla storia e preistoria questa Scoperta ne modificherà ovviamente la ricostruzione, in particolare nell’esplorazione del cammino di costruzione e sviluppo culturale espresso dall’umanità di varie epoche